In mezzo al Bologna Art First, fiera internazionale di arte contemporanea, sesta versione, intitolata “Se un giorno d’inverno un viaggiatore”, che ha preso le strade e gli spazi pubblici della cittá gli scorsi 27, 28 e 29 gennaio, e che ha significato l’apertura straordinaria di musei e palazzi il sabato sera dalle 19:00 fino a mezzanotte, é emerso come punto di spicco la riapertura dopo restauro di Palazzo Fava.
Venerdí 28 gennaio Palazzo Fava si é aperto come Palazzo delle Esposizioni, restaurato e restituito alla cittá dopo quattro anni di lavori, con mostre di opere appartenenti alla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, e che si organizzano al piano terra con la collezione di arte moderna, dove sono esposte, tra altre, opere di Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Giorgio de Chirico, Lucio Fontana e Giorgio Morandi; al piano nobile la collezione di arte antica, dove troviamo Giuseppe Maria Crespi, Donato Creti, il Guercino e Guido Reni, e al piano galleria fotografie di Bologna all’inizio del XX secolo e della Bologna di oggi, a cura di Leonardo Piccinini e Viola Emaldi.
Ma sicuramente il gioiello del palazzo sono gli affreschi dei giovani Annibale, Agostino e Ludovico Carracci, che si trovano al piano nobile e raffigurano temi mitologici: le storie di Europa, le imprese di Giasone e parte delle gesta di Enea.
Sulla costruzione stessa (un bell’esempio del rinascimento bolognese) e la famiglia che da il nome al palazzo: “Scrigno di una delle pietre miliari della civiltà pittorica bolognese, il palazzo, costruito negli anni '80 del XVI secolo per Filippo Fava, personalità di spicco di una delle più importanti famiglie bolognesi, presenta una elegante facciata rinascimentale in laterizio vivificata da modanature ed elementi decorativi in arenaria, come gli intrecci di volute e baccelli di fava, il simbolo araldico della famiglia.” (Leonardo Piccinini).
Quello che fa piú piacere a uno di Valparaiso é vedere come con una temperatura uguale a 0°, sulle strade si trovavano migliaia di persone con voglia di scoprire o riscorpire la loro antica cittá con interventi di arte moderna, che a volte possono essere condivise e altre no, ma che emozionano lo stesso al far uscire delle riscaldate case tante persone con voglia di avvicinarsi all’arte, e che é una cosa che si fa embrionariamente al nostro porto e forse si potrá sviluppare nei seguenti anni.
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