viernes, 7 de enero de 2011

COMIENZAN LOS FESTEJOS POR LOS 150 AÑOS DE LA UNIDAD DE ITALIA.


"Celebrare l'Unità d'Italia, rispettare il Tricolore. No ad impulsi disgregativi che possono minare la coesione della nazione"

"Vorrei rivolgere un vivo incitamento a tutti i gruppi politici, di maggioranza e di opposizione, a tutti coloro che hanno responsabilità nelle istituzioni nazionali regionali e locali, perché nei prossimi mesi, al Sud e al Centro come al Nord, si impegnino a fondo nelle iniziative per il centocinquantenario, così da renderne davvero ampia e profonda la proiezione tra i cittadini, la partecipazione dei cittadini, in rapporto ad una ricorrenza da tradurre in occasione di rafforzamento della comune consapevolezza delle nostre responsabilità nazionali". Così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Teatro Valli di Reggio Emilia ha aperto le celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia nella giornata della Festa della Bandiera.

"Sono convinto - ha affermato il Capo dello Stato - che ciò sia possibile anche perché c'è una persistenza della memoria del Risorgimento e del moto nazionale unitario assai più diffusa, in tutte le regioni, di quanto taluno mostri di ritenere. E alle forze politiche che hanno un significativo ruolo di rappresentanza democratica sul piano nazionale, e lo hanno in misura rilevante in una parte del paese, vorrei dire che il ritrarsi, o il trattenere le istituzioni, dall'impegno per il cento cinquantenario - che è impegno a rafforzare le condizioni soggettive di un'efficace guida del paese - non giova a nessuno. Non giova a rendere più persuasive, potendo invece solo indebolirle, legittime istanze di riforma federalistica e di generale rinnovamento dello Stato democratico".
Il Presidente della Repubblica ha sottolineato che "non fu per caso" che il Tricolore "venne collocato all'articolo 12 il riferimento al tricolore italiano come bandiera della Repubblica. Riferimento sobrio, essenziale, ma imprescindibile. I Costituenti vollero farne - con quella collocazione nella Carta - una scelta non solo simbolica ma di principio. E dato che nessun gruppo politico ha mai chiesto che vengano sottoposti a revisione quei 'Principi fondamentali' della nostra Costituzione, ciò dovrebbe significare che per tutti è pacifico l'obbligo di rispettarli. Comportamenti dissonanti, con particolare riferimento all'articolo sulla bandiera tricolore, non corrispondono alla fisionomia e ai doveri di forze che abbiano ruoli di rappresentanza e di governo".

Le prove "che attendono e già incalzano l'Italia in un delicato contesto europeo e in un arduo confronto internazionale", ha rilevato il Presidente Napolitano, sono dure e difficili ma il Paese se unito può farcela: "Vorrei solo dire che la premessa per affrontarle positivamente, mettendo a frutto tutte le risorse e le potenzialità su cui possiamo contare, sta in una rinnovata coscienza del doversi cimentare come nazione unita, come Stato nazionale aperto a tutte le collaborazioni e a tutte le sfide ma non incline a riserve e ambiguità sulla propria ragion d'essere, e tanto meno a impulsi disgregativi, che possono minare l'essenzialità delle sue funzioni, dei suoi presidi e della sua coesione".

Concludendo il suo intervento, il Presidente della Repubblica ha affermato: "Sia più che mai questo 7 gennaio 2011, la riflessione e la festa con cui oggi la celebriamo a Reggio Emilia, pegno della nostra determinazione nel riaffermare, tutelare, rinsaldare l'unità nazionale, che fu la causa cui tanti italiani dedicarono il loro impegno e la loro vita".

Nel pomeriggio è in programma la visita al Museo Cervi di Gattatico, sede dell'Istituto Cervi e dell'Archivio Emilio Sereni.

In serata l'arrivo a Forlì, dove il Presidente incontra in Comune gli amministratori locali. L'8 gennaio, dopo una deposizione di una corona presso il monumento a Aurelio Saffi, il Capo dello Stato interviene al Teatro "Diego Fabbri" ad un incontro con le istituzioni e la cittadinanza caratterizzato dalla presentazione, da parte del sindaco Roberto Balzani, del racconto per voci, suoni e immagini "Come fu che la Romagna divenne italiana. Un territorio e il suo debito con il Risorgimento".

Nel pomeriggio, a Ravenna, è prevista la partecipazione, nella sala Preconsiliare del Comune, alla commemorazione delle figure di Benigno Zaccagnini e Arrigo Boldrini da parte di Sergio Zavoli. Quindi il Presidente partecipa al Teatro "Alighieri" al convegno "Ravenna e l'Unità d'Italia: 150 anni di una passione popolare" con gli interventi del sindaco, dei presidenti della Provincia e della Regione e la prolusione del prof. Sauro Mattarelli.

La visita del Capo dello Stato si conclude alla sede della Cooperativa Muratori e Cementisti per il 110° anniversario di fondazione della Cooperativa.

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